Oggi proprio non va… Ho voglia di fare una bella torta...la prepariamo insieme? Ecco ingredienti e ricetta!
Dunque, prendiamo un pugno di Storia con la S maiuscola, quella che pensi sarà quella della vita, che invece, inesorabilmente finisce. Un anno fa. E lui che esce con un’altra, non la ciofeca scema che speravi, ma la 23enne carina intelligente alta interessante che temevi. E a tornare a casa, Lessie, non ci pensa proprio.
Aggiungiamo un pizzico di chitarrista ferrarese, con un bel paio di occhi verdi e una boccuccia sexy. E mettiamoci un po’ del suo viaggio in America, un po’ di me che lo raggiungo, un bel 10 giorni a san Francisco insieme, lui che dice con il suo sorriso: sembriamo proprio una perfetta coppia californiana…e poi lui che mi molla, lui che mi ride in faccia, che minimizza, che mi scrive: “lo so che stai pensando che sono uno stronzo. Si, sono uno stronzo” Di lui che non mi pensa mai, che non mi chiama più, che mi dimentica come si dimentica la più inutile delle cose, di lui che sposta la data del rientro senza dirmi niente, di lui che quindi non rivedrò per un anno, di lui che mi manca anche se non si sa poi cosa cazzo possa mancarmi, di lui con cui volevo chiarire una cosa per lui già chiara, di lui che avrei voluto abbracciare e che probabilmente mi avrebbe respinta, di lui che sta bene, sta benone, sta da Dio! Di lui che probabilmente non ha capito un cazzo di come sono, di come sto, di come ci sono rimasta male, di quanto ho pianto, di quanto ho stretto i denti, di quanto ho sperato, di quanto l’ho nominato negli ultimi 3 mesi suscitando l’ira di tutti, di quanto io abbia guardato foto, letto vecchie mail, cancellato messaggi, messo tutto in un cartone, di quanto io abbia avuto e continui ad avere continue ricadute, di come abbia fantasticato sul nostro incontro al suo rientro, di quanto mi sia ripetuta: è uno stronzo, è uno stronzo, è uno stronzo, per poi terminare il rito con un: però sembrava sincero, però secondo me mi pensa, però secondo me è buono, però secondo me è solo confuso…
L'ingrediente "ferrarese con occhio verde", va amalgamato contemporaneamente allo svolgimento di un lavoro come account manager foreign countries, lavoro che mi ha vista attiva, impegnata, credente, fedele e onesta e che mi ha ripagata con bugie, realtà distorte, arroganza e calci nel culo. E ora che sto bene, ora che ho iniziato un nuovo lavoro e che ho a che fare con persone capaci, gentili, oneste, io mi licenzio di nuovo…(X Oscar: oltre a tutto quello, tu sei anche l’artista bonazzo del mio cuore!!) e perdo sicurezza e stabilità.
Mi raccomando non mettete nell’impasto fame, sonno, voglia di fare, spensieratezza. Al posto di questi 4 ingredienti mettete invece: mancanza di appetito, insonnia, occhiaie, pensieri negativi e la domanda ricorrente: "ma cosa cazzo ho che non va?"
Aggiungete ora a piccole dosi uno stipendio che non percepirò più (oggi ahimè l’ultima busta paga..), un notebook da comprare, le rate della macchina da pagare, i contratti enel, telecom, hera, sky da disdire, una valigia da riempire, amici da avvisare e da salutare, amici del cuore con cui programmare come e quando sentirsi, 16.000 km da colmare con parole scritte su un blog, un volo che con lo scalo dura 2 giorni, un lavoro da cercare, un compleanno da festeggiare con degli sconosciuti, musica da selezionare, risparmio ostentato…
Mescolate bene il tutto e…et voilà! La torta della mia vita…
Sto davvero di merda oggi e invito chi mi dice: “come ti invidio” a rileggere la ricetta e a prendere in considerazione tutti gli ingredienti. È proprio una torta di merda questa! Fa schifo! Mangiarla in australia non ne cambierà il gusto amaro! Mancano tonnellate di zucchero e di burro in questa torta, non credete?!
La verità è che ho un gran casino in testa, ci sono giorni in cui stacco il cervello e vegeto, sopravvivo. Altri giorni tiro le somme e sotto alla riga del conto scrivo un bello zero, perché in fondo questo + quello + questo fa solo ZERO. Casa, convivenza, cane, amore, lavoro…non c’è nulla che mi faccia sentire davvero fiera di me stessa. Mi sento solo una cogliona, incapace di portare a termine le cose. Incapace di creare legami duraturi, incapace di accettare una fine, incapace di tagliare cordoni ombelicali strozzanti, incapace di crederci ancora.
Eppure non sono sempre stata così. E allora dov’è che mi sono abbandonata? Quando c’è stato il distacco con la parte di me che credeva, sperava, rideva, mangiava e dormiva? Io mollo tutto e vado a cercarmi. Vado a cercare la valigia dove all’interno ci sono, ben piegate, l’amor proprio, la fiducia negli altri, la voglia di ricominciare, la curiosità per le cose. Perché avanti così non si può proprio andare, credetemi. Chi mi conosce, ultimamente mi disconosce!
Leggete cosa cantano i “Tre allegri ragazzi morti”:
Anni spesi a preparare un futuro da manuale,
a controllare il sangue a farsi analizzare,
Anni a scuola ad imparare le maniere giuste,
e a controllare che le mani siano sempre al loro posto,
anni spesi a preparare un futuro da manuale,
senza sapere che sta arrivando la tempesta”
E che tempesta….