Stanotte ho aspetttato l’arrivo silenzioso di Morfeo. Ho atteso che posasse i suoi petali di papavero sulle mie palpebre. Ma alle 4 Morfeo ancora cullava altri bisognosi di sogni e riposo.
Sono stanca. E non è una una stanchezza fisica a quanto pare perché il mio corpo che non si ferma mai tiene botta, forse è solo in attesa del collasso. Ma per ora ce la fa e io invece di essergli grata lo maltratto, lo malnutrisco, lo sposso, lo inquino, lo disidrato. Malvagia!
Mi sono appena sottratta all’abbraccio benevolo del figlio di Sonno e di Ipno e ora son qui, coperta dal solito lenzuolo blu (e questo “solito” aimeh, non mi fa onore) e con gli occhi che sbirciano la luce attraverso il vetro della finestra. Alle cose solite si alternano quelle insolite, come questa malinconia latente che non mi lascia un attimo. Prima sono uscita per fumare. Quando esco e fumo, non posso evitare di osservare il salice del giardino del vicino, che si allunga coi suoi rami fino ad invadere il nostro spazio. Ci invade lui! Ed è bellissimo perché tra le sue foglie il vento sibila e questo suono è divino! Di notte poi nel silenzio parla solo il vento attraverso la carezza a quel salice. E a quella melodia si va ad aggiungere un cielo che lascia senza parole. Alzo lo sguardo e le stelle le guardo mica coi miei occhi, lo guardo con quelli di Ivan. Ivan astrofilo, Ivan che sa e insegna, Ivan che a distanza di anni ancora mi chiede: qual è il pianeta più grande del sistema solare? Lo so! È Giove! E i suoi 4 satelliti galileiani? Li so! Io Europa Ganimede e Callisto. Io e Callisto li ricordo sempre, Europa arriva poco dopo e Ganimede lo cerco su google. A volte vorrei semplicemnte non dover mai rientrare in casa. Vorrei non dover evitare col piede una maglia, un libro, un filo, un bicchiere. Vorrei essere ordinata. Soprattutto dentro. E sbarazzarmi di questo casino interno. Non ci sono scuse per il bordello che mi circonda. Non sono un’artista. Perché non disegno mai. Non creo, non incollo, non scrivo, non coloro, non regalo, non suono il piano, non mi impegno per un fa, non canto a squarciagola, non ballo nella mia stanza facendo le mosse di una stripper di professione, non taglio stoffa, non compro vasi e candele, non leggo e non sottolineo i passaggi che amo, non faccio NIENTE. Mi butto nei giorni bendata e aspetto schianti e urti, tanto per sentire qualcosa. Tesso fili con i quali mi lego a persone e ricordi e mi riguardo vecchi film dove sono protagonista e piango e ascolto musica che ha i poteri magici, perché alla prima nota non è Australia…è san giovanni, è bologna, è un concerto, è una serata, quella è un bacio, quella è una vana promessa, quella è un guìiuramento d’amore, l’altra è una chitarra che suona nel mio salotto…e penso ai miei genitori, alla mia famiglia. Immagino mio padre nell’orto, la parkina che lo segue fedele perché lui le parla e lei gli risponde con quei due occhi color nocciola. Penso a mia madre che si alza presto e fa il ragù, che tagliando le carote butta un pensiero all’altro emisfero, tutto per me. Penso a mia sorella che sta arredando la sua casa nuova e pensa ogni secondo della giornata che ha bisogno di ferie..e penso anche ai miei colleghi e mentre tutto evolve, mentre c’è la rotazione delle scrivanie io ancora li immagino seduti al loro vecchio posto, e vedo anche me seduta alla destra del padre, io che controllo gli ordini del sion, io che archivio con diligenza, io che controllo le statistiche e che bestemmio per le mille mail di games…certe volte mi chiedo perché da anni non riesco a dormire. Sono anni! Anni di insonnia. Di cervello che lavora, senza un obiettivo. Cervello che si ammazza di fatica, che si interroga e che non trova uno straccio di risposta. Osservo i passanti e non posso non domandarmi a cosa stiano pensando. Li vedo in autobus inviare e ricevere messaggi e la loro espressione non cambia. Allora penso che non c’è amore ci sono forse solo orari, numeri, appuntamenti…sono in ritardo, passo dal dottore, ci vediamo alle 5 per un caffè, ho dimenticato le chiavi sul tavolo. Ecco cosa mi immagino. Se li vedo sorridere invece mi sento meglio e spero che stia iniziando una lunga serie di messaggi di miele, che si leggono e si rileggono e che ti fanno tremare il cuore…poi si arriva in austostazione e via che si va, inizia una lunga giornata di saluti e preventivi, di ricerca di facce brasiliane da impezzare…si salta il pranzo, si comprano i mikado a un dollaro e dieci dall’amico koreano, si fumano 6000 paglie, ci si guarda riflessi nella vetrina di Hi Mart e si torna al proprio posto. Una scrivania in un’agenzia, in barrack street a perth in western australia, in australia, nell’emisfero australe. Mi penso a casa mia a San Giovanni e se al mio posto ci metto un’altra, mi immagino seduta sul mio divano nero pensare: "che culo quella ragazza, che brava, perché io non sono tanto brava?" E ora sono qui in Australia sul divano rosso di Maria invece di congratularmi con me stessa, mi siedo e penso: "che culo quello che ha affittato il furgone e sta partendo per darwin, che bravo, perché io non sono tanto brava?" Il fatto è che io non sarò mai brava abbastanza, o magra abbastanza, o simpatica abbastanza, o intelligente abbastanza, o brillante o bella e non saprò mai parlare il finlandese o il croato…quindi qui lì là sopra o downunder, continuo ad interrogarmi sul senso di ogni giornata, che passa, che finisce e che non è stata degna di una vera risata, di un tuffo al cuore. Non sento niente. Niente. Niente di niente. E mi devo preoccupare della malavagità di certa gente (a proposito, ho chiuso con quella stronza, ho risposto alla sua ennesima mail falsa dicendole di lasciarmi in pace una volta per tutte e scrivendole che chi è falso, pettegolo, bugiardo e cattivo io nella mia vita non ce lo voglio! Lei ha minimizzato e ha detto che se avesse saputo prima cosa pensavo non avrebbe imbarazzato se stessa con mail e messaggi…imbarazzato se stessa…perché se sei vero per 5 minuti al giorno, se ti esponi, allora ti umili…poveretta!), mi devo preoccupare di essere sorridente e ordinata, dinamica e party girl. E invece sono arida, fuori e dentro, sopra e sotto e non so se sia percepibile ad occhio nudo come lo era a casa, ma lo sono. Anche qui.
Ho trascorso una bella serata al Deen, c’era la serata brasiliana, e tutti i miei studenti erano presenti, c’erano anche mark peter maria, tony il bonazzo, marcus lo strabonazzo, carlos, juan pablo, julie, alessio la manu paolo nelson jaime matteo danilo….tutti! che bello, sembrava di essere in un villaggio turistico, musica brasilera, gente alcool a fiumi corpi che ballavano, sudavano. Ho voglia di questo…di musica colore sudore e cuore ai mille. Di ridere. Di avere un progetto e di essere talmente felice da dimenticarlo. Ho bisogno di amare qualcuno, qualcuno che sia degno di notti insonni, di giri nel letto, di sospiri, di viaggi partenze e ritorni, di follia, di intimo nero, di tacchi vertiginosi, di denudamenti istantanei , di voglia di fare la spesa, di cucinare, di chiacchiere in riva all’oceano, di baci travolgenti, di obretti e lipgloss, di capelli in ordine, di camera in ordine….resto dell’idea che la vita di un arido dentro è una merda. È sofferenza, è solitudine, è gente intorno che non vedi che non senti. Che non vuoi. Che non esplori. Che non cerchi, alla quale rubi quello di cui hai bisogno. Sono una ladra di calore, di affetto, di abbracci, di parole di fuoco. Ma rubo, non posseggo davvero, niente di quello che ricevo è un regalo, ho un bottino di mercanzia nascosto sotto al letto, di baci di sesso e di regali che tengo in un sacco nero della spazzatura. Non me ne faccio di nulla.
Ho un libro di poesie a casa (ame te lo ricordi?) e non dimentico una delle mie preferite, di Simonide:
Senza la gioia d'amore,cos'è mai la vita?Un re,un dio senza amore, io non lo invidio
Esatto. Amore…è tutto quello che serve. il mondo intorno al quale orbita tutto il resto…
Beato chi lo ha capito e chi ha guidato la propria vita in quella direzione…
Per me…troppa carne sul fuoco, troppe parole vuote, troppa fiducia, troppi perdoni, troppe attese, troppa comprensione.
E poca stima verso me stessa, poca visione dei fatti, poco realismo, poca obiettività, poche parole di fuoco, pochi stimoli mentali, pochi sguardi che attraversano, POCA CONDIVISIONE.
Sempre mossa da un impeto di passione, mi sono persa. Mi sono accontentata. Mi sono detta…tanto…per me sarà sempre così…sarò sempre la seconda, o la terza, o la millessima, sarò sempre quella che c’è per tutti, da sfruttare, da calpestare.
Non credo in niente. Neanche in questo sole australiano. Che infatti scalda ma provoca il cancro.
E come dice Jova: "vorrei che questa pagina tornasse bianca, per scriverci ti amo.
PUNTO"
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Zia...Minchia!
RispondiEliminaIo di poesie non ne conosco ma una cosa la so va avanti sei l'orgoglio di tanti ma soprattutto di me......non puoi abbatterti io sarò sempre al tuo fianco. da una anonima che ti ama da quando sei venuta al mondo
RispondiEliminaGrazie per non essere l'ennesima portatrice sana del falso analogismo:
RispondiEliminaVivo in Australia = Sono felice e la vita mi sorride.
se quando passo da Perth sei ancora li' ti offro una Red Back!
Cheers,
irene
Sono con te, con la mano sul cuscino di fianco al mio senza nessuno da accarezzare... mi hai toccato il cuore... Maria
RispondiEliminaCiao Katia!
RispondiEliminaogni tanto ti leggo.
ti avevo già scritto mesi fa, ora, sentendo alla radio "fango" che tanto ami, ho pensato di lasciarti un altro messaggio.
sei una persona genuina. riesci a metterti a nudo, sei tu in tutto ciò che scrivi.
Non accontentarti, perché meriti il meglio, te lo scrissi anche nel mio scorso messaggio e te lo ripeto.
Rispetta prima di tutto te stessa, abbi cura di te.
Ci sono tante persone che ti leggono e ti rispettano per come sei. Ci sarà un uomo che partirà da questo e ti amerà per come meriti.
Sei una forza!!!
Sono un po' bolognese anche io, ho studiato al DAMS e ho vissuto nella splendida Bologna per 5 anni.
Stai bene!