Eccomi qui per una breve nota post natalizia. Prima di tutto sono al lavoro mentre tutti quanti nel mondo sono in ferie, quindi basta con i messaggi del tipo: ah come ti invidio, beata te che sei al caldo, che fortuna che hai! Potrei benissimo essere all’inferno, tanto caldo e tanta sofferenza!!
Come se non bastasse queste giornate sono caratterizzate da una sfiga cosmica, mascherata da opportunità. Un esempio. Esco dal lavoro alle ore 18.00 e ho la brillante idea di fermarmi al supermercato a fare un po’ di spesa. Genialata, se si considera che ho il frigo vuoto e continuo a mangiare pomodori e feta come fossero salmone e caviale. Peccato che sono entrata al supermercato con ben 4 borse diverse: quella del mare, con telo, costume, ciabatte, crema etc, quella personale con…chili di roba non identificata, quella del computer (solo l’adattatore pesa almeno 2 Kg) e quella con i prodotti per il bagno, l’asciugamano, il pettine, i vestiti del giorno prima a Mandurah, le scarpe..
Realizzo presto che non ho sufficienti forze e sufficienti arti per portare anche il cestino rosso. Devo quindi acquistare i prodotti in base alle loro dimensioni e al loro peso. Prendo: l’immancabile sacchetto di pomodori, l’inzostituibile feta (ho paura però, perché sulla confezione la parola Feta Cheese è scritta FETTA cheese…), un pacco di Crackers dall’aspetto leggero e sano (scoprirò solo più tardi che hanno almeno un milione e mezzo di calorie a morso), un vasetto di marmellata (ottimo per placare il continuo bisogno di zucchero) , un’insalata greca pronta e una confezione di tortillas. Di più non posso fisicamente reggere. Arrivo alla cassa e la simpatica commessa decide di rendere l’operazione trasporto spesa un’ardua impresa. Per 5 prodotti decide infatti di fare 2 sporte. Ci metto almeno due minuti per appoggiare tutti i miei fardelli, prendere il resto, rimettere il borsellino nella borsa, mettere gli ultimi acquisti in un'unica sporta, ricaricarmi come un mulo e lasciare spazio al prossimo acquirente. Mi giro e vedo del malcontento negli occhi della commessa…
Mentre mi incammino in autostazione, ferma al semaforo vengo assalita da un’incontrollabile voglia di fumare. Peccato che l’accendino come al solito sia imbucato, quindi riappoggia le borse, fruga nella borsa, trova l’accendino, accendi la paglia, ricaricati come un mulo e parti verso la piazzola 6..mentre mi avvicino alla fermata vedo in lontanza il 19 fermo. Vorrei correre, ma le borse mi inchiodano a terra come delle zavorre. Ovviamente l’autobus parte. Pazienza, mi dico, tanto c’è il 354…sai no? Si trova infatti davanti al 19 e lo segue a ruota…Ma vaffanculo! Il prossimo autobus c’è alle 19.00 e sono le 18.30. Improvvisamente divento insofferente e non potendo fumare nonostante ci si trovi all’aperto, decido di smerendare allegramente. Estraggo i miei crackers, e mi accorgo troppo tardi che sono pepati…dopo averne ingurgitati 3 o 4 ho due labbra da nigeriana e mi brucia già lo stomaco. E inoltre l’operazione merenda è durata solo un minuto. Me ne restano 29 e magari un po’ di musica allieterà l’attesa. Estraggo il fedele i-pod che dopo due minuti decide di scaricarsi…dai oh, più sfiga! Mi guardo intorno col terrore che un autobus possa sbandare e centrarmi in pieno!!!
Finalmente arriva il 19. Chiaramente nonostante io sia lì da mezzora, riesco a rimanere in piedi, perché tutti hanno la Smartcard mentre io mi devo mettere in fila per il biglietto, perché l’ho dimenticata a casa.
Dopo un lungo viaggio passato a spostare le mie mille borse per far salire e scendere i passeggeri, finalmente arrivo alla mia fermata, che è l’ultima e che si trova a pochi minuti da casa. Quando arrivo a destinazione di solito rimaniamo io e l’autista, che puntualmente teme che la scelta di arrivare fino a fine corsa sia dovuta ad un errore…Anche stavolta infatti mi viene chiesto: dove devi andare? Do il nome della mia via e l’autista, premuroso, mi dice: ma dai resta su che ti scarico più avanti così fai prima. Per far prima mi deve scaricare 300 metri più avanti che non sono praticamente niente, ma è stato talmente gentile che accetto. Tanta gentilezza mi stupisce! L’autobus riparte e quando mi aspetto un rallentamento seguito dall’apertura delle porte, l’autobus non si ferma. La prossima fermata è a casa di Dio, e sarò costretta a trattenere le bestemmie e a fingere di aver apprezzato questo gesto da signore. Scendo e decido di prendere il bus dall’altra parte della strada per tornare indietro..sono le 19.35 e il 354 passa alle 19.57. Nella mia mente passano i fotogrammi di una tragedia a bordo del 19, che vede il conducente vittima di uno stupro di massa da parte di rugbysti senegalesi.
Finalmente dopo un’altra mezzora di attesa prendo il bus e arrivo a casa. Ripongo la spesa e mi cadono tutti i crackers. Maria ha cucinato per i suoi fratelli che sono ospiti a cena e mossa da uno slancio di altruismo mi offro volontaria per l’aiuto nel lavaggio piatti. Lei accetta. Zio porco. Per fare una pizza ha usato anche le forbici! Ha svuotato la credenza, è tutto nel sink per essere lavato! Ma si può?
Verso fine serata intravedo la fine delle mie disgrazie…i fratelli di Maria mi hanno montato l’armadio! Evviva! Mentre salto di gioia noto che sono l’unica entusiasta. Apro un’anta e manca l’asta per appendere i vestiti. Durante il montaggio si è rotta. Ecco che ripiombo in uno stato di sfiga nera…Gli ospiti infine si congedano, e noi decidiamo di bere un bel bicchiere di vino rosso nel backyard. Mentre parliamo sbuca un ragnazzo nero di dimensioni medio grandi, io mi cago in mano e alzandomi di scatto urto uno dei due bicchieri e faccio un casino col vino rosso…strano…Il ragno muore in seguito ad una dozzina di ciabattate e insieme a lui muore anche la mia speranza di arrivare a letto senza aver combinato un altro guaio. E infatti…mentre siamo fuori mi accorgo che Maria ha lavato il tappetino del bagno e in un nanosecondo rivivo la tragedia domestica del giorno prima. Avendo ricevuto in regalo uno smalto per le unghie, ho deciso di fare la vanitosa e di laccarmi le unghie dei piedi (laccarmi, non leccarmi). Ovviamente mentre una mano spennellava allegramente, quella che reggeva la boccetta di smalto si piegava al punto da permettere che ¼ del contenuto cadesse sul tappetino del bagno…Mi ero poi dimenticata di dirlo a Maria e sono stata costretta a farlo mentre lei ancora doveva digerire il vino rosso sul tavolino e sul pavimento…
Dalla vostra combina guai è tutto.
Besos!!
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